Direttore della UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale e del Dipartimento Testa-Collo dell’ Ospedale San Paolo di Milano. Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale ed in Microchirurgia
Il nervo alveolare inferiore trasmette la sensibilità dei denti dell’arcata inferiore, del labbro inferiore e della cute del mento. La sua lesione comporta l’anestesia di queste strutture, tipicamente sperimentata dai pazienti in modo temporaneo a seguito dell’iniezione dell’anestetico locale praticata dal dentista in studio odontoiatrico. L’anestesia del labbro inferiore insorta a seguito di un trattamento odontoiatrico è generalmente mal tollerata. Le cause più frequenti di lesione del nervo sono gli interventi di estrazione del dente del giudizio e di posizionamento di impianti dentari, le iniezione per eseguire un’anestesia tronculare, ed il contatto con materiale endodontico conseguente alla devitalizzazione di un elemento dentario.
Generalmente il nervo è in grado di “autoripararsi” in quanto le sue fibre ricrescono all’interno del canale osseo che lo contiene. In questo caso non è necessario intervenire chirurgicamente e la ripresa funzionale avviene nel giro di 6-12 mesi, generalmente in modo incompleto. E’ indicato un intervento di microchirurgia ricostruttiva nel caso in cui si manifestino dolori, disestesie (alterazioni della sensibilità) molto fastidiose, oppure non si verifichi una consistente ripresa spontanea della sensibilità entro 6 mesi.
In questi casi si esegue un intervento di microchirurgia ricostruttiva consistente nell’individuare il nervo tramite la rimozione di una finestrella ossea nella mandibola per ripararlo al microscopio operatorio. A volte è necessario sostituire la parte di nervo leso con una porzione di nervo sostitutivo.
L’intervento può essere efficace a molta distanza di tempo dall’evento lesivo, tenendo però conto che le percentuali di successo diminuiscono dopo circa 24 mesi.
L’esame strumentale che documenta l’avvenuta lesione ed il grado di ripresa del nervo è il test di sensibilità trigeminale. Il neurologo somministra un leggero segnale elettrico alla regione anestetizzata e registra la decontrazione riflessa del muscolo masseterino. Il lato leso non avrà risposta contrattile muscolare o sarà registrabile solo per stimoli molto superiori rispetto a quelli del lato sano.
Il nervo alveolare inferiore, o nervo mandibolare, è un ramo sensitivo della terza branca del trigemino.
La sua lesione da luogo ad un’alterazione della funzione sensitiva (disestesia) intesa come mancanza assoluta di sensibilità (anestesia), ridotta sensibilità (ipoestesia), aumento patologico della sensibilità (iperestesia) o, infine, comportando dolore (15-20% dei casi). Quest’ultimo può essere a sua volta classificato come anestesia dolorosa (dolore spontaneo con sensazione di “arto fantasma” nell’area di competenza della terminazione lesa), iperalgesia (sensazione dolorosa immediata per uno stimolo normalmente non doloroso), iperpatia (sensazione di dolore ritardato in risposta a uno stimolo pressorio), dolore simpatico mediato (dolore mantenuto dal tono ortosimpatico, in risposta al freddo o a contesti emotivi e alleviato da inibitori alfa-adrenergici).
Gli atti chirurgici che più frequentemente pongono a rischio il nervo alveolare inferiore sono l’estrazione dell’ottavo inferiore, o dente del giudizio, (0,4-25% dei casi) ed il posizionamento di impianti dentari mandibolari (0-2% dei casi).
Durante le manovre di estrazioni dentarie complesse, la dislocazione delle radici può determinare un danno compressivo sul nervo, con prognosi di ripresa funzionale in genere positiva. A volte, però, l’occupazione del canale del nervo da parte delle radici dislocate determina un danno permanente se non si provvede alla loro rimozione chirurgica. Un danno compressivo si può verificare quando scollatori, protettori malleabili o divaricatori tengono il nervo distante dal punto del campo chirurgico in cui entrano in azione gli strumenti, al fine di proteggerlo e migliorare la visibilità operatoria. In genere la ripresa funzionale è ottimale, variabile in termini temporali da alcune settimane ad un paio di mesi.
La causa delle lesioni nervose più marcate è legata all’utilizzo di una fresa rotante. Frese molto lavorate, con disegni complessi, e dentellature in punta, hanno la capacità di coinvolgere le fibre nervose nel movimento rotatorio, di fatto “triturando” il nervo.
Ne consegue che, in caso di lesione durante il posizionamento di un impianto, il sollevamento o la rimozione dell’impianto stesso dopo alcuni giorni dall’evento lesivo, non rappresenti la rimozione della causa del problema. La lesione, infatti, non è legata alla compressione da parte dell’impianto. La sua rimozione avrà piuttosto l’intento di facilitare la parziale guarigione nervosa all’interno del canale mandibolare. Questo infatti funge da “guida” per una rigenerazione del nervo al suo interno.
Tale meccanismo riparativo non ha luogo in caso di presenza di un corpo estraneo nel canale come una radice dentaria, una spicola ossea o un impianto (ecco perché è utile rimuoverlo o sollevarlo in caso di sua dislocazione nel canale). Rare volte il canale lesionato può essere occupato da osso neoformato a seguito di un versamento di sangue al suo interno al momento dell’intervento e ciò ostacola ovviamente la rigenerazione spontanea del nervo.
La sintomatologia è costituita da un’area di anestesia/ipoestesia iniziale che si riduce parzialmente di dimensioni fino a pochi cm2 a distanza di 12 mesi dal trauma. Se quindi il danno iniziale è maggiore e può inficiare parzialmente la fonazione e comportare la perdita di liquidi dalla bocca (perchè il “labbro non sente”), il disagio finale è minore, più che altro psicologico. Il paziente avverte infatti il fastidio di aver perso parte della sensibilità di una struttura che normalmente la possiede in modo raffinato come il labbro. Qualora il disagio legato al danno residuo della sensibilità non venga accettato, è possibile migliorare la situazione con un intervento di microchirurgia ricostruttiva nervosa.
La perdita definitiva della vitalità degli elementi dentari dal lato della lesione è pressoché costante.
Vi sono altri interventi potenzialmente pericolosi per il nervo come l’asportazione di lesioni cistiche, il trattamento di granulomi apicali, le estrazioni dentarie complesse. In summa tutte le manovre chirurgiche in prossimità del decorso dello nervo alveolare inferiore che possano comportarne la lesione.
Lo stravaso di materiale endodontico nel canale mandibolare può causare un danno irritativo al nervo alveolare inferiore che si traduce frequentemente in disestesia o dolore. Ciò si distingue dalle lesioni nervose legate a un trauma meccanico come la sezione da bisturi/scollatore/fresa, piuttosto che lo strappamento del nervo o la sua compressione. Se queste determinano infatti anestesia o ipoestesia nell’80-85% dei casi e nei restanti dolore, la presenza di una “spina irritativa” come in caso di materiale endodontico a contatto con il nervo aveolare, è causa prevalentemente di dolore. E’ pur vero che il materiale oltre apice rimane generalmente nell’osso periapicale con irritazione locale ossea asintomatica. Nei casi in cui però questo giunga nel canale mandibolare, lo stretto rapporto tra il nervo e l’apice dentario dal luogo a dolore.
Iniezioni al fine di ottenere anestesia tronculare del nervo aveolare inferiore possono talora lesionarlo. In genere la prognosi di ripresa funzionale del nervo è buona e non si rende necessaria la sua ricostruzione microchirurgica.
Se però la sintomatologia è dolorosa, il deterioramento della qualità della vita è drammatico. Il dolore è spesso elevato, ed il paziente è molto motivato al trattamento chirurgico pur di cercare di risolvere il problema. E’ allora indicato intervenire prontamente. L’intervento può essere effettuato anche a distanza di molto tempo dall’evento traumatico, con un abbassamento delle garanzie di successo.
L’esecuzione dell’intervento avviene in anestesia generale, sotto controllo microscopico operatorio, e spesso comporta la ricostruzione del nervo alveolare inferiore.
Alternativamente al trattamento chirurgico, il neurologo può prescrivere una terapia farmacologica mirata.
La classificazione di Seddon è ancora oggi ampiamente utilizzata per la sua semplicità ed praticità. Essa prevede tre gradi di lesione: neuroaprassia, assonotmesi e neurotmesi.
La neuroaprassia si può verificare per semplici manovre di compressione o trazione del nervo e corrisponde a livello microscopico al solo edema della struttura. In genere è destinata alla risoluzione spontanea in 2 mesi e non necessita di trattamento. L’assonotmesi è costituita dalla lesione microscopica delle fibre nervose all’interno del nervo (assoni) pur in presenza della continuità della guaina nervosa (epinevrio). Comporta la degenerazione degli assoni e la loro successiva rigenerazione. Anche in questo caso è prevedibile la ripresa spontanea della funzione, in genere incompleta, e con tempi variabili da 3 a 6 mesi.
La neurotmesi si caratterizza invece per l’interruzione macroscopica del nervo a cui consegue la perdita della sensibilità del territorio di innervazione accompagnata o meno da sensazioni dolorose spontanee. La ripresa è generalmente presente, mai completa, e può richiedere fino a 12 mesi
La lesione del nervo linguale o alveolare inferiore può essere dovuta all’esecuzione di un’ anestesia tronculare. E’ evidente come l’ago possa incrociare il decorso dei nervi.
La lesione del nervo linguale o alveolare inferiore può essere dovuta all’esecuzione di un’ anestesia tronculare. E’ evidente come l’ago possa incrociare il decorso dei nervi. La freccia indica la direzione dell’ago durante l'esecuzione dell'anestesia tronculare.
Caso clinico
Lesione del nervo alveolare inferiore da materiale otturatorio tracimato nel canale mandibolare
Il doppio foro mentale attraverso cui il nervo mentale fuoriesce dalla mandibola per dare sensibilità al labbro inferiore
Tramite una sottile sega reciprocante si disegna uno sportello osseo attorno ai fori mentonieri
Il ribaltamento laterale dello sportello permette di evidenziare il materiale endodontico (freccia) altamente irritante per il nervo alveolare inferiore
Il materiale endodontico viene rimosso delicatamente con una fresa alla limatura di diamante
Al termine della rimozione del materiale endodontico si evidenzia il nervo alveolare inferiore (freccia) correttamente conservato
Terminato l’intervento, si può osservare all’immagine panoramica della bocca la rimozione del materiale otturatorio e i margini dello sportello osteotomico utilizzato per l’accesso
Caso clinico
Lesione del nervo alveolare inferiore durante estrazione di un dente del giudizio: si noti il velo osseo (freccia rossa) che separa l’alveolo (cavità) dove alloggiava il dente prima dell’estrazione. Pochi millimetri più dietro si evidenzia (frecce blu) la distruzione del setto che ha procurato la lesione nervosa.
Dopo aver asportato temporaneamente uno sportello osseo, viene evidenziato (freccia) il punto della lesione del nervo alveolare inferiore.
Una volta rimosso l’osso circostante il nervo alveolare inferiore, è meglio evidenziata la lesione (freccia) che viene successivamente regolarizzata al microscopio
La breccia ossea viene riparata al termine della fase microchirurgica innestando lo sportello precedentemente sagomato e completando la ricostruizione con una lamina di idrossiapatite
La sutura endorale
La panoramica della bocca eseguita il giorno successivo all’intervento chirurgico
L’ESPERIENZA DEL PAZIENTE
Caso 1
Paziente che prova dolori violenti successivamente ad estrazioni dentarie mandibolari destre che hanno comportato la lesione del nervo alveolare inferiore
Immagine al microscopio operatorio. La freccia evidenzia un neuroma laterale traumatico del nervo alveolare inferiore
Immagine al microscopio operatorio. La freccia evidenzia la ricostruzione microchirurgica del nervo alveolare inferiore tramite un innesto di nervo grande auricolare
Caso 2
Paziente con forti dolori della mandibola del labbro e del mento insorti dopo intervento estrattivo di un molare inferiore destro
La panoramica della bocca evidenzia il contatto tra l'infezione attorno al dente ed il canale del nervo alveolare
Alla TAC il canale del nervo alveolare appare di dimensioni corrette fino all’interruzione (freccia grande), mentre si riduce ad un quarto del suo calibro distalmente (freccia piccola), segno dell'assenza di assoni e quindi della mancata rigenerazione del nervo dopo l'intervento estrattivo.
L'impianto dentario (freccia grande) comprime ed interrompe il nervo alveolare inferiore (freccie piccole)
Il nervo alveolare inferiore interrotto
Il nervo alveolare ricostruito con un tratto di nervo surale
Caso 4
Paziente con forti dolori mandibolari dopo il posizionamento di due impianti dentari che ha determinato la sezione del nervo alveolare inferiore.
La TAC con ricostruzione tridimensionale documenta chiaramente due punti in cui il nervo alveolare inferiore è stato interrotto durante l’intervento di posizonamento di due impianti dentari