Direttore della UOC di Chirurgia Maxillo-Facciale e del Dipartimento Testa-Collo dell’ Ospedale San Paolo di Milano. Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale ed in Microchirurgia
La paralisi facciale determina problemi estetici e funzionali. Il viso altera il suo aspetto a riposo e ancora di più quando si sorride o si attiva la muscolatura mimica. I problemi funzionali sono prevalentemente a carico dell’occhio, non bene lubrificato dalle palpebre che non si chiudono.
Se la paralisi facciale è di recente insorgenza, si riattiva il nervo facciale tramite il collegamento con il nervo masseterino.
Se la paralisi è insorta da molto tempo, si traspongono nella faccia muscoli attivi in altre regioni del corpo.
La paralisi facciale è una patologia invalidante per la persona dal punto di vista psicologico, estetico e funzionale.
Chi ne è affetto fa fatica ad accettare l’aspetto della propria faccia deformato e perde spesso sicurezza nella vita di relazione. I tessuti della faccia dal lato affetto (i casi bilaterali sono rari e spesso congeniti – Sindrome di Moebius), non più supportati dal tono muscolare sottostante, tendono a cedere come se si verificasse un invecchiamento rapidissimo solo di una parte del viso. Questo si nota meno nei bambini, maggiormente negli adulti e negli anziani. La fronte, il sopraccilio, la guancia, le labbra e la regione sottomandibolare scivolano letteralmente verso il basso (ptosi). Le funzioni di chiusura spontanea delle palpebre e dell’ammiccamento involontario, fondamentale per lubrificare l’occhio, vengono perse. La respirazione nasale dal lato leso è resa difficoltosa dalla parziale chiusura della narice, non più tenuta dilatata dai muscoli nasali. La guancia priva di tono viene spesso masticata involontariamente e rende difficolatosa l’alimentazione da quel lato oltre ad interferire con il linguaggio corretto. A volte il cibo, ed in particolare i liquidi, possono non essere trattenuti completamente dalle labbra che presentano chiusura incompleta.
L’immagine riassuntiva di questa patologia è l’impossibilità di sorridere, perché l’attivazione della muscolatura mimica dal lato sano deforma ancora di più il viso del paziente che spesso si copre con una mano il lato paralizzato.
Il trattamento di questa patologia è estremamente specialistico e, per poter ottenere risultati ottimali, richiede la conoscenza approfondita dell’argomento e la padronanza di tutte le soluzioni tecniche più raffinate da parte del microchirurgo. Solo così si possono offrire al paziente le soluzioni più raffinate ed aggiornate. TERAPIA
Per semplicità espositiva il trattamento può essere distinto in non chirurgico, chirugico precoce e chirurgico tardivo.
Il trattamento medico, o non chirurgico, è riservato alle situazioni in cui si ritiene che il nervo abbia la potenzialità per recuperare spontaneamente la sua funzione come nel caso di Paralisi di Bell e interventi chirurgici in cui la continuità del nervo facciale sia stata conservata. La terapia è basata sulla somministrazione di farmaci cortisonici, antivirali (in caso di Paralisi di Ramsay-Hunt), neurotonici, vitaminici, blande stimolazioni elettriche, esercizi fisioterapici. Non c’è in realtà evidenza scientifica né statistica che la prognosi di recupero sia influenzata da questi provvedimenti.
Durante tutta la fase di recupero funzionale del nervo il paziente deve essere monitorato attentamente dal medico e fare ripetuti esami elettromiografici. L’ incompetenza palpebrale può essere fonte di lesioni corneali. Per evitarlo il rimedio più efficace consiste in un piccolo intervento in anestesia locale di lipofilling palpebrale: questo consiste nell’introduzione nella palpebra di una piccola quantità di grasso prelevato dalla cute dell’addome. In alternativa il paziente deve utilizzare più volte al giorno delle lacrime artificiali e mantenere l’occhio coperto alla notte. Altra possibilità è applicare con un cerotto un pesino alla palpebra superiore.
Se al termine della fase di recupero spontaneo del nervo persitono spasmi facciali e sincinesie (movimenti contemporanei del viso legati ad una rigenerazione nervosa aberrante), l’utilizzo di tossina botulinica, neurotomie selettive ed altre tecniche microchirurgiche, può ridurre di molto i difetti acquisiti.
Qualora invece, al termine della ripresa spontanea della funzione del nervo facciale o al termine della chirurgia maggiore della paralisi facciale rimangano difetti meno accentuati quali il sopraccilio più basso, la rima palpebrale più grande rispetto a quella del lato non patologico, la leggera caduta del labbro superiore e altro ancora, questi possono venir corretti con interventi chirurgici di piccola entità.
Il trattamento chirurgico precoce viene effettuato suturando direttamente il nervo facciale interrotto in caso di traumi o interventi chirurgici parotidei e della base cranica. Se i due monconi del nervo facciale non arrivano in contatto tra loro, un nervo meno importante come il surale della gamba o il grande auricolare del collo vengo prelevati per ricostruire la parte del nervo facciale mancante.
Quando invece non è possibile riparare direttamente il nervo facciale, in genere a seguito di interventi in base cranica o della ghiandola parotide, si utilizza un nervo donatore. Il nervo ipoglosso, responsabile della motilità linguale, usato nella sua interezza è stato a lungo il nervo sacrificato a tale scopo (anastomosi ipoglosso-facciale), con però effetti collaterali negativi sulla motilità della lingua e quindi sulla deglutizione, fonazione e masticazione. Il Prof. Biglioli ha pertanto proposto in letteratura scientifica internazionale di utilizzare il nervo masseterino con risultati molto positivi e privi di conseguenze negative per il paziente. L’evoluzione di questa tecnica è la tripla innervazione consistente nell’utilizzo del nervo masseterino, il 30% del nervo ipoglosso, e due rami del nervo facciale del lato opposto a quello della paralisi.
Il trattamento chirurgico tardivo è così definito perché viene eseguito dopo 18-24, quando il potenziale di ripresa del nervo facciale lesionato e della muscolatura mimica è esaurito. Risulta allora inutile fornire nuova energia al nervo facciale utilizzando un nervo donatore come il masseterino. E’ necessario trasferire muscolatura efficiente nella faccia (lembi micro-neuro-vascolari) come il muscolo latissimo del dorso o il gracile della coscia. La stimolo nervoso verrà garantito dall’anastomosi con il nervo facciale del lato opposto della faccia (non paralizzato) piuttosto che con un ramo del nervo trigemino non paralizzato.
Per la rianimazione palpebrale viene ruotato un piccolo lembo di muscolo temporale o trasposto il sottile muscolo platisma dopo averlo prelevato nel collo.
Paralisi facciale recente
Nella paralisi facciale recente il collegamento tra un ramo del nervo trigemino non lesionato e il nervo facciale paralizzato (anastomisi masseterino-facciale) tramite un’incisione estetica usata per il lifting della faccia, permette di ripristinare la funzionalità del nervo. Il Prof. Biglioli ha ideato la tripla innervazione per la correzione della paralisi facciale recente. Questa consiste nel collegamento tra il nervo facciale paralizzato e tre fonti motorie: nervo masseterino, 30% del nervo ipoglosso e due rami del nervo facciale del lato opposto a quello della paralisi tramite un’incisione praticamente invisibile.
Prima
Dopo
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Dopo
Paralisi Facciale Inverterata
La tecnica proposta di recente in letteratura internazionale dal Prof. Biglioli permette di unire i due maggiori vantaggi delle principali tecniche utilizzate nella rianimazione della paralisi facciale cronica:
– la potenza del muscolo gracile innervanto dal nervo masseterino
– la spontaneità del sorriso dovuta al “collegamento” con il nervo facciale del lato non paralizzato della faccia.
Prima dell’intervento chirurgico si nota l’asimmetria del viso, maggiormente evidente durante il sorriso
Asimmetria del viso per paralisi facciale sinistra
Aggravamento della asimmetria durante il sorriso
DOPO
Simmetrizzazione del viso a riposo dopo l’intervento
Sorriso ben bilanciato dopo l’intervento
Simmetria del viso e sorriso ben bilanciati dopo l’intervento chirurgico
Caso Clinico
Marcata asimmetria pre operatoria del viso a riposo e durante l’attivazione della muscolatura mimica.
Paralisi cronica del lato destro della faccia: asimmetria dei lineamenti a riposo
Simmetrizzazione dei lineamenti dopo l’intervento
Peggioramento della asimmetria del viso durante il sorriso prima dell’intervento chirurgico correttivo
Simmetrizzazione del sorriso dopo l’intervento chirurgico
Caso clinico
Grave asimmetria del sorriso causata da una paralisi insorta 5 anni prima dell'intervento di rianimazione facciale
Buon bilanciamento del sorriso 12 mesi dopo l'intervento
La riabilitazione del sorriso in un paziente con paralisi facciale inveterata può essere effettuata in casi selezionati anche tramite la trasposizione di un lembo di muscolo latissimo del dorso.
Prima
Dopo
Prima
Dopo
Paziente affetta da una paralisi facciale congenita, operata dopo 18 anni di asimmetria facciale
Buona simmetria del sorriso con piena esposizione dei denti dopo l'intervento
La riabilitazione del sorriso tramite lembo di muscolo gracile con doppia innervazione ha tratto spunto dalla tecnica con singola innervazione, ancora attuale in casi selezionati.
Caso clinico
Prima
Dopo
Prima
Dopo
Prima
Dopo
Chiusura palpebrale
La lubrificazione palpebrale rappresenta il più grave problema funzionale che, se non viene affrontato correttamente, può portare a forti irritazioni e dolori corneali, riduzione della vista e, nei casi più gravi, cecità. I rimedi più semplici come l’utilizzo di lacrime artificiali, l’umidificazione dell’aria in casa e la copertura oculare alla notte possono parzialmente aiutare.
Il rimedio immediato più efficace è però costituito dall’appesantimento della palpebra con una iniezione del proprio grasso tramite un piccolo intervento in anestesia locale detto lipofilling.
Altri possibili correzioni chirurgiche, che richiedono però l’anestesia generale e tempi più lunghi di applicazione, sono il trapianto di muscolo platisma e la rotazione del muscolo temporale.
Incompleta chiusura palpebrale prima del lipofilling
Chiusura palpebrale ripristinata 2 mesi dopo il piccolo intervento
Chiusura palpebrale parziale prima del lipofilling
Chiusura palpebrale completa dopo il lipofilling
Grave incompetenza palpebrale prima del lipofilling
Chiusura palpebrale completa dopo l'intervento
Rianimazione palpebrale tramite il trapianto in due tempi del muscolo plastisma: viene trapiantato in faccia il nervo surale prelevato dalla coscia collegandolo ad un ramo del nervo facciale del lato sano, destinato alla chiusura dell’occhio (non si producono deficit in quanto altri rami con la stessa funzione vengono mantenuti integri). 8-12 mesi dopo si esegue il secondo intervento trapiantando una porzione di muscolo platisma nella palpebra superiore paralitica, collegandolo al microscopio con il nervo surale posizionato precedentemente. Questo permette di ottenere sia la chiusura volontaria dell’occhio che l’ammiccamento spontaneo 10-20 volte al minuto
Paralisi palpebrale sinistra di grado modesto
Completa chiusura palpebrale raggiunta dopo l’intervento
Paralisi palpebrale destra di grado medio
Completa chiusura palpebrale raggiunta dopo l’intervento
Paralisi palpebrale destra di grado elevato (limitata preoperatoriamente dalla presenza della tarsorrafia applicata presso altro Centro)
Completa chiusura palpebrale raggiunta dopo l’intervento
La correzione della paralisi palpebrale affrontata tramite la rotazione di un piccolo lembo di muscolo temporale.
Prima
Dopo
Prima
Dopo
Chirurgia ancillare
Piccoli difetti residui possono venire corretti in genere tramite interventi condotti in anestesia locale.
Ectropion paralitico: la sua correzione con un piccolo intervento in anestesia locale.