Chirurgia ricostruttiva della faccia e del cavo orale
La chirurgia ricostruttiva del cavo orale e della faccia è particolarmente delicata e raffinata perché si pone degli obiettivi importanti: mantenere al meglio le funzioni quali la vista, la masticazione, la fonazione e la deglutizione, nonché conservare l’estetica facciale. Il principio base consiste nell’ applicare la metodica più semplice e meno gravosa per il paziente a parità di risultato. Questo è possibile per la maggior parte dei difetti modesti tramite l’utilizzo di innesti e lembi locali (porzioni di osso, muscolo, cute, nervi, etc. trasposti per riparare il difetto).
Vi sono però casi in cui vengono asportate ampie porzioni delle regioni del cavo orale e della faccia a causa di interventi oncologici demolitivi. Altre volte servono tessuti particolari per correggere situazioni cliniche particolari quali una paralisi facciale o patologie rare. In tutti queste evenienze difficilmente rimedi quali innesti o lembi locali tradizionali permettono di ottenere un buon risultato. E’ necessario allora ricorrere alla microchirurgia ricostruttiva, che consente di lavorare ad alto ingrandimento su strutture altrimenti non visibili a occhio nudo come arterie, vene e nervi di dimensioni ridotte. Si trasferiscono così parti del corpo come la fibula o la cresta iliaca insieme alle arterie e vene che le nutrono per ricostruire la mandibola, il mascellare o altre ossa facciali. I piccoli vasi trasferiti vengono collegati microchirurgicamente (anastomosi) ad arterie e vene della faccia e del collo per garantire la vitalità della ricostruzione. Le opzioni ricostruttive diventano molteplici, non essendo il microchirurgo limitato a trasporre nelle ricostruzioni ciò che è limitrofo alla sede deficitaria. Si prende ad esempio il lembo anterolaterale dalla coscia, il radiale dell’avambraccio o il brachiale laterale per ricostruire la lingua, il pavimento orale e il palato; il muscolo retto dell’addome ed il latissimo del dorso per le ampie perdite di sostanza; i muscoli gracile, latissimo del dorso e piccolo pettorale per le paralisi facciali; e molti altri ancora.
Se il problema clinico riguarda un nervo, questo viene ricostruito al microscoopio direttamente o sostituendolo in parte con un nervo dalla funzione meno importante quale il surale della gamba, il grande auricolare del collo o l’antibrachiale laterale dell’avambraccio.
Caso clinico
Lesione dell’ala nasale sinistra ricostruita con un lembo locale frontale ed un innesto di cartilagine auricolare
Caso Clinico
Paziente con ampia perdita della teca cranica successiva ad un intervento neurochirurgico, condizionante problemi estetici e di copertura dell’encefalo.
La trasposizione microchirurgica di un lembo microvascolare dall’avambraccio consente di creare le condizioni ideali per la ricostruzione. Il successivo utilizzo di macchinari appositi permette di costruire la porzione mancante di teca cranica in materiale sintetico.
Il controllo TAC tridimensionale postoperatorio documenta la precisa ricostruzione dello scheletro.
Caso clinico
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